Ispirata dai
contributi dei miei compagni di vita e di blog, mi ha raggiunto velocemente un
concetto atavico ma sempre attuale: l'ideologia. Questa parola abbraccia
credenze, opinioni, valori di un determinato gruppo sociale. La Lokomotiv non è
un partito, per fortuna. È una fede da ascoltare; è un maglia da onorare; è un
sentimento da non tradire; è molto più di una squadra formata da dieci ragazzi.
A dare giustizia alle mie parole è stata la partita di lunedì scorso. I Nome
Squadra sono stati letteralmente sopraffatti dalla ferocia della Lokomotiv. Tralasciando,
per un attimo, la vittoria delle furie rosse ciò che contraddistingue questa
squadra dalle altre sono i colpi di scena. In soldoni: tutto può succedere. La
Roja ha dimostrato a se stessa di saper giocare insieme, riuscendo a muoversi
senza alcuna sbavatura.
Subiamo
goal per assaporare ancor di più le pillole di felicità della “conquista della
rete”. La parafrasi della partita: dall’ultimo risultato si evince che
tra ammiccamenti, rifiuti, appuntamenti declinati e incidenti di percorso, non abbiamo solo “conquistato la rete”. È stata una serata piena di colpi di scena. Ci sono stati sguardi intensi.
Lunghi. Abbiamo trattenuto il fiato per paura di fare un passo falso; in un
primo momento abbiamo quasi fatto finta che non ci importasse nulla. Sì,
questo era l’unico modo per conquistarla e uscirci insieme. Come vi ho anticipato, "tutto può succedere".
Così è stato. Nel pieno di quest’appuntamento ancora un po' compromesso dal
solito imbarazzo e dall’ingenua goffaggine, improvvisamente un "pugno" in un occhio fa quasi saltare non solo
la retina, ma anche quel magico incontro.
Tutto
è finito, o meglio, è iniziato con l’infortunio del portiere che ha dato per
spacciata la Lokomotiv. Ma solo per un attimo. Da lì fino al termine di questo
quinto match, le furie rosse hanno
scritto una pagina importante della loro storia alla Sapienza Cup. Subivano e
immediatamente dopo, grazie agli ottimi tiri in porta di Giordano e Cuna,
rimontavano. Longo, portiere
improvvisato, ha dovuto difendere la porta dalle minacce avversarie. Giordano, segnato in volto dalla mancanza di
una bombola d’ossigeno, sembrava
posseduto dal demone della rivalsa. Il suo fuoco ha contagiato tutti, perfino
Boni che, a parte i tiri contro il cielo, difendeva da oscar.
Com’è
finito il "magico incontro" lo sapete
già. Quindi, riprendendo la parafrasi della partita, a quell’occhio gonfio
basterà un po’ di riposo e qualche pillola per ridurre il sangue residuo nelle pareti interne dello
stesso. A proposito di pillole: c’è chi le
prende e chi le dà. La Lokomotiv ha finalmente regalato le quattro pillole
della felicità ai suoi tifosi, concedendosi una boccata d’aria. O meglio, di
felicità. Questa volta, benché sia stato difficile conquistarla, ci è andata
bene. Ma per portarla a casa, la strada è ancora lunga...
Roberta Raneri
Roberta Raneri
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