Le tappe della nostra rivoluzione calcistico-proletaria

Le tappe della nostra rivoluzione calcistico-proletaria

mercoledì 18 maggio 2016

DAL CAMPO: Dedicato a...


Ieri Nicola vi ha dato dieci, ottimi motivi per cui vale la pena che la Lokomotiv vinca le partite. Proseguendo su questa linea, io ho invece scelto cinque, personalissime dediche per la nostra vittoria contro i Nome Squadra. Eccole:

First of all, San Giancarlo martire. Fino ad ora uno di migliori giocatori della nostra squadra è stato, senza il minimo dubbio, il nostro portierone Giancarlo Di Stadio. Incolpevole nelle tre gare in cui abbiamo perso, anche contro i Nome Squadra Giancarlone ha compiuto delle parate decisive e spettacolari. Però, il famoso “strabismo della dea bendata” di cui vi ha parlato il compare Nicola la settimana scorsa si è accanito su di lui, cercando di trasformarlo in un ciclope. Infatti, a tu per tu con un attaccante avversario, “Pino” si è beccato un siluro su un occhio, sacrificandolo in nome della protezione della propria porta. Il nostro martire si è immolato per la Lokomotiv, pertanto a lui, più che agli altri, dedico questa vittoria.

Al numero 10 dei Nome Squadra, che dopo due mie entrate dure ma regolari mi ha minacciato di: darmi un calcione, spaccarmi le gambe, farmela pagare ecc ecc. Ora, può uno con look da hipster degno del peggior Bargiggia fare paura a chi per anni ha calcato i campi delle provincie calabresi, rispetto ai quali i peggiori bar di Caracas sono Mirabilandia? Mio caro numero 10, anni fa le minacce le subivo da chi, ancora minorenne, aveva a carico quattro condanne, tre figli e sette bocciature a sQuola. Tu, al loro cospetto, sei Topo Gigio e io nun te temo (e ti esulto in faccia al quarto goal :*).

A Nino Lanza. Gli voglio tanto bene e gliene voglio di più da quando si è preso l’onere di allenare questa banda di catsoni. Formazione, cambi, strigliate, incitamenti, e poi i post e le pagelle. Che stress. Gli tocca pure “entrare in campo a prendere ‘sto criminale” (cit.), che sarei io, impegnato in amabili chiacchiere e disquisizioni filosofiche col Topo Gigio di cui sopra. Si impegna tanto, ci crede sempre e si merita anche lui, oltre la bella vittoria, qualche riga in questo post. Mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, mister. È un onore averla in panca.

A Marzia, “nemica” della Lokomotiv e “spargitrice di sale” sulle nostre ferite aperte. Per tre giovedì consecutivi mi è toccato sorbirmi le prese in giro della carissima Marzia Diana, con cui conduco Post-It Sport per RadioSapienza. Frecciatine contro di me, cattiverie sulla squadra, domande pungenti agli ospiti. Sarà un piacere restituire il dissing  durane il prossimo #LokomoTime. È il karma, bellezza.

A me medesimo. Permettetemi l’ego trip, ma dopo tre partite perse in cui non ho segnato nemmeno una rete cominciava a rodermi il posteriore. Non perché io sia un amante del goal (a cui ho sempre preferito l’assist), ma perché vedere la squadra così in difficoltà e non riuscire a incidere mi infastidiva parecchio. Perciò, sono stato molto contento di siglare per due volte il goal del pareggio che ha tenuto a galla la Lokomotiv contro i Nome Squadra. Il primo è stato un bel diagonale rasoterra, il secondo è stato un facile appoggio di testa su un "cioccolatino già scartato" servitomi da Marcobbèa. Sicuramente un goal più brutto del primo, ma al contempo più importante, perché avevamo appena subito il 2-1 avversario dopo l’uscita di Giancarlo e rischiavamo il tracollo psicologico. Invece, quel goal ha contribuito a dare un messaggio  chiaro alla squadra: potevamo (e dovevamo) farcela. Così è stato. Che bello.

Adesso proveremo a dare un seguito a questo risultato positivo. La crescita è evidente, i miglioramenti sono palesi. Cominciamo ad essere una vera squadra, sperando che non sia troppo tardi e che la qualificazione non sia ormai compromessa. Mancano altre tre partite e noi ci proveremo,  mettendocela tutta. Intanto fino a lunedì (giorno della sfida contro Impicci&Imbrogli) siamo liberi di goderci i tanto agognati pensieri felici. Hasta la proxima y hasta la victoria. Siempre.


Valerio Giordano

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