Ieri
Nicola vi ha dato dieci, ottimi motivi per cui vale la pena che la Lokomotiv
vinca le partite. Proseguendo su questa linea, io ho invece scelto cinque,
personalissime dediche per la nostra vittoria contro i Nome Squadra. Eccole:
First of all, San
Giancarlo martire. Fino ad ora uno di migliori giocatori della nostra squadra
è stato, senza il minimo dubbio, il nostro portierone Giancarlo Di Stadio.
Incolpevole nelle tre gare in cui abbiamo perso, anche contro i Nome Squadra Giancarlone
ha compiuto delle parate decisive e spettacolari. Però, il famoso “strabismo
della dea bendata” di cui vi ha parlato il compare Nicola la settimana scorsa
si è accanito su di lui, cercando di trasformarlo in un ciclope. Infatti, a tu
per tu con un attaccante avversario, “Pino” si è beccato un siluro su un
occhio, sacrificandolo in nome della protezione della propria porta. Il nostro
martire si è immolato per la Lokomotiv, pertanto a lui, più che agli altri,
dedico questa vittoria.
Al
numero 10 dei Nome Squadra, che dopo
due mie entrate dure ma regolari mi ha minacciato di: darmi un calcione,
spaccarmi le gambe, farmela pagare ecc ecc. Ora, può uno con look da hipster
degno del peggior Bargiggia fare paura a chi per anni ha calcato i campi delle
provincie calabresi, rispetto ai quali i peggiori bar di Caracas sono Mirabilandia?
Mio caro numero 10, anni fa le minacce le subivo da chi, ancora minorenne,
aveva a carico quattro condanne, tre figli e sette bocciature a sQuola. Tu, al
loro cospetto, sei Topo Gigio e io
nun te temo (e ti esulto in faccia al quarto goal :*).
A
Nino Lanza. Gli voglio tanto bene e gliene
voglio di più da quando si è preso l’onere di allenare questa banda di catsoni.
Formazione, cambi, strigliate, incitamenti, e poi i post e le pagelle. Che
stress. Gli tocca pure “entrare in campo a prendere ‘sto criminale” (cit.), che sarei
io, impegnato in amabili chiacchiere e disquisizioni filosofiche col Topo Gigio
di cui sopra. Si impegna tanto, ci crede sempre e si merita anche lui, oltre la
bella vittoria, qualche riga in questo post. Mi pento e mi dolgo con tutto il
cuore dei miei peccati, mister. È un onore averla in panca.
A
Marzia, “nemica” della Lokomotiv e “spargitrice
di sale” sulle nostre ferite aperte. Per tre giovedì consecutivi mi è toccato
sorbirmi le prese in giro della carissima Marzia Diana, con cui conduco Post-It Sport per RadioSapienza. Frecciatine contro di me, cattiverie
sulla squadra, domande pungenti agli ospiti. Sarà un piacere restituire il dissing
durane il prossimo #LokomoTime. È il karma, bellezza.
A
me medesimo. Permettetemi l’ego trip, ma dopo tre partite perse in
cui non ho segnato nemmeno una rete cominciava a rodermi il posteriore. Non
perché io sia un amante del goal (a cui ho sempre preferito l’assist), ma
perché vedere la squadra così in difficoltà e non riuscire a incidere mi
infastidiva parecchio. Perciò, sono stato molto contento di siglare per due
volte il goal del pareggio che ha tenuto a galla la Lokomotiv contro i Nome
Squadra. Il primo è stato un bel diagonale rasoterra, il secondo è stato un
facile appoggio di testa su un "cioccolatino già scartato" servitomi da
Marcobbèa. Sicuramente un goal più brutto del primo, ma al contempo più importante, perché avevamo
appena subito il 2-1 avversario dopo l’uscita di Giancarlo e rischiavamo il
tracollo psicologico. Invece, quel goal ha contribuito a dare un messaggio chiaro alla squadra: potevamo (e dovevamo)
farcela. Così è stato. Che bello.
Adesso
proveremo a dare un seguito a questo risultato positivo. La crescita è
evidente, i miglioramenti sono palesi. Cominciamo ad essere una vera squadra,
sperando che non sia troppo tardi e che la qualificazione non sia ormai
compromessa. Mancano altre tre partite e noi ci proveremo, mettendocela tutta. Intanto fino a lunedì (giorno
della sfida contro Impicci&Imbrogli) siamo liberi di goderci i tanto
agognati pensieri felici. Hasta la
proxima y hasta la victoria. Siempre.
Valerio Giordano
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