Se c’è una costante delle gare della Lokomotiv Ruggierov in questa Sapienza Cup è il “potevamo fare di più” finale. Un motto ai limiti della banalità, ma che risulta estremamente appropriato. Infatti, è la quarta volta che usciamo dal campo con le ossa rotte e quasi mai lo abbiamo fatto con la convinzione di aver dato il massimo, palesando demeriti tali da giustificare la sconfitta. Anche ieri, contro Impicci & Imbrogli, è andata così.
Per carità, il 9-3 finale è giusto, se si intende che abbiamo affrontato
ragazzi ben più forti di noi. Non a caso loro sono primi a punteggio pieno e
noi no. Però, considerando com’era iniziata la partita e com’è cambiata di
colpo, resta per l’ennesima volta l’amaro in gola (e non è buono come quello del capo). Siamo stati in grado di
giocare alla pari, di essere pericolosi, di farci rispettare. Il problema è che,
come fossimo delle luci su un albero di natale, ci siamo accesi a
intermittenza.
Dopo aver retto il primo colpo incassato, al secondo siamo
andati al tappeto. Poi c’è stato il terzo, poi il quarto e via dicendo. Dopo del sesto c'è stata una reazione d’orgoglio e abbiamo segnato tre goal, ma poi ci siamo spenti nuovamente,
alternando i proverbiali “alti e bassi”. Una situazione sgradevole da vivere in
campo, dove la voglia di lottare su ogni pallone si scontrava con la
rassegnazione causata al non riuscire a rimettere le cose nel modo giusto.
Unica consolazione il calabrese come lingua ufficiale sul terreno di gioco che mi ha fatto sentire a casa, dovuto alle origini di tutti i giocatori avversari, provenienti dalla mia
stessa provincia. Abbiamo scambiato qualche battuta nel nostro dialetto e anche
loro sono stati d’accordo sul fatto che il risultato fosse ingiusto (mannaja la miseria).
Ad ogni modo, continuano ad arrivare segnali positivi. Peccato che si avvicini
anche la bandiera a scacchi e che i punti buttati per strada facciano rosicare a
ogni sguardo alla classifica. Non importa, la perdiamo con filosofia: la Lokomotiv è una palestra di vita. Proveremo a fare
meglio nelle ultime due gare di questa Sapienza Cup, onorando la maglia e
rallegrando i nostri sempre splendidi tifosi. Sempre col sorriso sulle labbra, perché, come già detto, ci battono ma non ci abbattono.
Valerio Giordano
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