Le tappe della nostra rivoluzione calcistico-proletaria

Le tappe della nostra rivoluzione calcistico-proletaria

mercoledì 25 maggio 2016

DALLA PANCHINA: Assumiamoci le nostre responsabilità


Eccomi qui, a raccontare di un’altra sconfitta, la quarta di questo intenso seppur breve cammino nella Sapienza Cup della Lokomotiv Ruggierov. Ho sempre cercato di trovare il lato positivo in ognuna delle batoste fin qui subite e anche se spesso mi sono dovuto arrampicare sugli specchi, specie dopo l’11-1, c’è sempre stato un qualcosa che mi faceva pensare che “potevamo fare di più”. Anche quest’ultima sconfitta non fa eccezioni. Giocavamo contro la capolista, fin qui imbattuta, e per i primi 15 minuti di partita siamo stati capaci di tenergli testa da grande squadra. Poi, come ormai ci capita fin troppo spesso, abbiamo subito il primo gol, abbiamo “staccato la presa” e ci siamo fatti bombardare, fino ad una reazione d’orgoglio a inizio ripresa che ci ha fatto dimezzare lo svantaggio grazie ai tre gol in rapida successione di Bea, Pompili e Boni. Poi ancora blackout e a testa bassa e senza sorrisi siamo giunti al 9-3 finale.

Un risultato che, sfortunatamente, non rispecchia in pieno quanto visto sul rettangolo di gioco. Perché se solo fossimo riusciti a restare concentrati per tutta la partita, come lo siamo stati all’inizio del primo tempo e per una parte del secondo, staremmo qui a parlare di un altro risultato. Probabilmente ancora negativo, perché la superiorità fisica e tecnica degli avversari è innegabile, ma certamente avremmo visto una partita più combattuta e con un risultato finale che avrebbe mostrato un gap meno evidente.

Un 9-3, quindi, che si deve alla forza e alla bravura degli avversari, ma anche a evidenti errori di squadra e dei singoli, e perché no, anche a colpe del sottoscritto. In qualità di mister, non mi reputo mai incolpevole, tanto che accetto le annotazioni di alcuni dei “miei” amici/giocatori che sostengono che ho affrettato qualche rotazione. L’ho fatto, ma solo per responsabilizzare anche chi esce dalla panchina. Perché anche chi è meno dotato tecnicamente rispetto ai compagni, deve sentirsi importante quanto chi parte titolare o gioca di più. Perché anche cinque/sei minuti fatti bene da un gregario possono risultare importanti quanto i cinquanta minuti giocati dal capitano o da un qualsiasi altro compagno. Per questo mi ha fatto estremamente piacere il mea culpa del nostro nuovo portiere Gaoni una volta finita la partita; per me è stata una dimostrazione di grande carattere, che spero possa servire da esempio anche ai compagni. Quello che vorrei che trapelasse da questo discorso, è che tutti devono sentirsi utili, anche chi gioca meno, anche chi non fa gol, anche chi sta seduto in panchina per tutta la partita a incitare i compagni. Dobbiamo ritrovare quell’amalgama, quella voglia di restare uniti, di aiutarsi a vicenda, che nei momenti di difficoltà può fare la differenza. Al momento l’abbiamo persa, ma ora tocca a noi assumerci le nostre responsabilità e ritrovare quel “qualcosa” che ci possa rendere degli avversari ostici anche per le squadre più organizzate.

Chiudo il sermone promettendo ai nostri cari tifosi, che nel prossimo impegno, anche questo apparentemente proibitivo contro la corazzata A.C. Picchia, faremo di tutto pur di onorare i colori della nostra gloriosa quanto pesante maglia, cercando di fare sempre #pensierifelici.


Nino Lanza

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