Foto tratta dalla pagina Facebook "Sapienza Cup" |
E
così anche l’ultima partita si è consumata all’insegna dell’imprevedibilità e
del solito spirito goliardico, caratteristiche che da sempre hanno distinto la
Lokomotiv dalle altre squadre in corsa nel torneo Sapienza Cup. Non ho più nulla
da ridire sulle azioni delle furie rosse,
si sa, il loro carattere ad intermittenza ha tinto di sfumature calde questo
girone durato ben otto partite. Abbiamo fallito nel nostro impegno a voler vincere la Sapienza Cup, ma abbiamo
guadagnato giorni, minuti, ore spese insieme a infondere l’un l’altro la carica
giusta per iniziare un nuovo match. Per non parlare dei momenti post-partita, a partire dai visi imbronciati provocati dalla delusione di una sconfitta (varie
ed eventuali), concludendo con il nostro solito viaggio, rigorosamente
insieme, verso un posto accogliente in cui mangiar qualcosa e poter scambiare
due chiacchiere.
Questo
torneo non ha avuto solo il sapore del campetto bagnato, del sole dritto in
faccia che impediva ai nostri di siglare il goal decisivo, dei nervosismi
durante ogni partita, o ancora del risultato finale che raccontava chi aveva
vinto e chi aveva perso. No, questi piccoli bocconi - a volte amari - sono
stati l’antipasto durante un lungo, lunghissimo pranzo tra Amici. Avete
presente i riti conviviali di una comunione? Questa è la storia di pranzi
infiniti che per principio durano tutta la giornata. Le otto partite sono
assomigliate ad una giornata, senza fine, di attese - perché durante il festeggiamento di una comunione si
ricordano le lunghe attese tra un piatto e un altro - e di sorrisi felici per il
solo gusto di esserci, essere lì... tutti insieme.
Abbiamo
imparato a conoscerci di più, ad amare o fare finta di amare i difetti di ognuno.
Abbiamo trovato in un abbraccio la forza di rifarci "ogni partita successiva". Abbiamo trovato un presidente... e che presidente: l’immenso Christian Ruggiero che
sedeva sugli spalti insieme ai tifosi, ma non esultava come loro. Alla fine di
ogni partita, ricordo, il suo "silenzio assordante". Quel non proferire parola
alcuna racchiudeva un messaggio segreto ma chiaro; era lì con noi, e questo
bastava a farci sentire, almeno minimamente, parte di lui. Che onore essere
stati affiancati da Ruggiero in questa lunghissima tavolata, che onore essere
stati amati e sostenuti in maniera incondizionata da “tifosi” che a denominarli
banalmente così si finirebbe per sminuire il loro ruolo fondamentale. Che
onore.
Mi sento una privilegiata, ragazzi. In questo mondo fatto di brani e frammenti, mi sono sentita parte di qualcosa. È stata la cerimonia più interessante e sentita di tutte. Anche se doveva finire prima o poi, il banchetto lungo un'intera vita è iniziato proprio adesso, in questa confusione alla ricerca di chi vogliamo diventare ma soprattutto di chi vogliamo essere. Buona continuazione a tutti ma soprattutto un augurio particolare ai miei compagni, amanti del convivio appena concluso. Che il banchetto continui...
Alla prossima comunione e intanto continuiamo a #farepensierifelici
Mi sento una privilegiata, ragazzi. In questo mondo fatto di brani e frammenti, mi sono sentita parte di qualcosa. È stata la cerimonia più interessante e sentita di tutte. Anche se doveva finire prima o poi, il banchetto lungo un'intera vita è iniziato proprio adesso, in questa confusione alla ricerca di chi vogliamo diventare ma soprattutto di chi vogliamo essere. Buona continuazione a tutti ma soprattutto un augurio particolare ai miei compagni, amanti del convivio appena concluso. Che il banchetto continui...
Alla prossima comunione e intanto continuiamo a #farepensierifelici
Roberta Raneri
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