Le tappe della nostra rivoluzione calcistico-proletaria

Le tappe della nostra rivoluzione calcistico-proletaria

martedì 31 maggio 2016

DAL CAMPO: La sconfitta della Lokomotiv spiegata ai bambini


C’era una volta, in un caldo pomeriggio primaverile, una grande distesa verde ad accogliere un sole ancora forte seppur alle sue ultime battute vitali. Nell’aria si percepiva una certa adrenalina, mentre un leggero filo di vento si assumeva il compito di stemperare la tensione presente. Sulla grande distesa verde, di un verde completamente uniforme senza sfumature di alcun genere, con delle sole strisce bianche a spezzare quella sorta di rettangolo monocromatico, vi erano un gruppetto di maglie rosse da un parte e un gruppetto di maglie nere dall’altra. Una strana sfera veniva maltrattata, senza cura né ritegno da entrambi gli schieramenti, sembravano proprio non fregarsene di quella povera sfera che veniva calciata con forza come fosse il povero sedere di un bambino disubbidiente dallo stivale di un padre esageratamente severo. 

I più cattivi, però, sembravano essere proprio i neri che, non solo mettevano tanta di quella forza nei calci da far quasi urlare di dolore la povera sfera, ma erano talmente crudeli da esagerare, tanto da spedirla da una parte all’altra delle distesa verde per tante volte di seguito, prima di imprimere un’assoluta forza nell’ultimo calcio verso la porzione della distesa verde dove sudavano i rossi. I rossi che erano palesemente meno violenti e cattivi dei neri cercavano, però,  di sopperire alla mancanza di questo loro lato insensibile e malvagio, mettendo da parte la loro indole di gentilezza e cercando di fare altrettanto. E s’impegnavano tanto. Solo che l’impegno non bastava perché loro erano proprio buoni, tanto che spesso uno di loro, anche se non aveva la maglietta rossa ma bianca ed indossava dei guanti circa tre volte più grossi della dimensione delle mani, prendeva quella povera sfera con le mani, come infastidito dall’insensibilità di tutti gli altri. 

Certo, per quattro volte questo bizzarro tipo con delle mani enormi ha dovuto raccogliere la povera sfera da terra, dietro di sé, dopo che aveva battuto con veemenza contro una rete alle spalle di tutti; ma tutte le altre volte, giuro, lui è stato l’unico a trattarla con garbo prendendola con le mani e posandola sulla distesa verde, quasi a liberarla dalla tortura. Solo una volta i neri hanno avuto la stessa reazione dell’omone bianco amico dei rossi ma quando ormai era troppo tardi, quando ormai la sfera aveva subìto troppo e se ne fregava di essere stata raccolta con delicatezza anche da uno dei neri dopo essere sbattuta con forza su una rete. 
Erano violenti i neri, i neri picchiavano, picchiavano più dei rossi.

MORALE DELLA FAVOLA: Se sei buono, non puoi diventar cattivo.

PARAFRASI CALCISTICA: per quanto tu ti possa impegnare, sudare, dare del filo da torcere al tuo avversario in una partita, alla fine vince sempre il migliore.
Aggiungerei dire, in fin dei conti, che è giusto che sia così.

Lokomotiv Ruggierov – A.C. Picchia 1 – 4

#finoallafineavantiruggierov

Nicola Cuna.

Nessun commento:

Posta un commento