Le tappe della nostra rivoluzione calcistico-proletaria

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giovedì 2 giugno 2016

DAGLI SPALTI: Lokomotiv, che sorpresa!


Che fatica.. e che emozione. La Lokomotiv, da slegata come era, ha assunto uno spirito di squadra sempre maggiore. Partita dopo partita. Tuttavia, ciò che conta sono i risultati: noi abbiamo perso la bellezza di cinque partite. Abbiamo subìto goal imbarazzanti e ci siamo distratti parecchie volte. Se è vero che la Lokomotiv è una fede, altrettanto vero è che non ha una struttura amorfa: ad onorare la maglia, infatti, ci sono sempre stati dieci ragazzi pieni di grinta, speranza e passione. I risultati non sono dati sempre da numeri o punteggi finali perché il vero orgoglio attinge a valori più alti. Ebbene, i valori della Lokomotiv sono stati tracciati sensibilmente dalla voglia di fare dei nostri ragazzi, da passi svelti e talvolta smarriti, da sbagli e distrazioni ingenue.  Nessuno è perfetto.

Inaspettatamente mi viene da aggiungere che la Lokomotiv si ama proprio perché ha commesso tanti errori, tutti in buona fede, ed è stata animata dall’amore verso una maglia ed anche, perché no, dal pensiero di fare bella figura di fronte una fidanzatina che ha seguìto ogni partita dagli spalti. La Lokomotiv si ama perché tante sbavature corrispondono ad altrettanto - ma tanto, tanto - entusiasmo. Sì, a fine partita ricorre, puntualmente, la solita frase : “Potevamo fare di più”. Questo è il bello di ogni match: pensare che la volta dopo andrà meglio. Fino ad adesso, tuttavia, il nostro meglio non ha portato ai risultati sperati.

Insomma, carissimi lettori, avrete intuito che la Lokomotiv è una squadra a sé, possiede un non so che di magico e dannato insieme. Non è stato un torneo eccellente, direte voi. Ma chi ha letto e ascoltato e seguìto ogni intervento fatto per provare a descrivere emozioni e azioni ha potuto assaporare gioia e dolori di questa squadra pazza.  Siamo giunti quasi alla fine di questo percorso intrapreso lo scorso diciannove aprile. Manca solo una partita. Non mi aspetto nulla perché nulla c’è da aspettarsi da una variabile fissa, quale è stata ed è la Lokomotiv. Due aggettivi, variabile e fissa, che si sostantivano vicendevolmente. Perché? Perché La Lokomotiv fa variabile fissa di secondo nome: può capitare di tutto e questa è una solida costante. Non mi resta, quindi, che continuare ad amare le furie rosse compreso il loro carattere ad intermittenza e a proposito del prossimo match - decisivo o meno - cito il titolo di una canzone che spero conosciate già:  “Que Sera, Sera (Whatever will be, will be)”. Quello che sarà, sarà..

Roberta Raneri

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