Come avranno notato i fan dei cari, vecchi Articolo 31, il titolo di questo post è un omaggio alla quasi omonima canzone del “defunto” gruppo milanese. Il senso di questa citazione sta tutto in due versi del brano: “Non c’è il lieto fine / e poi il buono perde”. Due versi semplici, ma perfetti per la partita contro Banda 2.0 e per la nostra Sapienza Cup in toto, visti i tanti punti persi per strada a causa di partite senza happy ending. Ma, come cantava J-Ax quasi quindici anni or sono, quando ancora godeva di una dignità artistica (e non), "la vita non è un film".
5-3 per loro. È andata così. Non abbiamo nulla da recriminare, se non la
solita incapacità di tradurre in atto ciò che potenzialmente sarebbe nelle
nostre corde. Sul 2-2, prima, e sul 3-4, poi, abbiamo giocato
bene, dando la sterile impressione di potercela fare. Un’altra volta.
Probabilmente c’è carenza di concretezza nel nostro
“disegno divino” e pazienza se verrebbe voglia di “strappare il foglio”. Piuttosto ce ne facciamo una ragione, nonostante l'amarezza e la delusione.
La sconfitta e il non passaggio del turno, infatti, bruciano e
bruceranno. A freddo, però, il pensiero più forte è quello che riconduce alla
gioia di aver fatto parte di questo gruppo, di aver vissuto quest’esperienza e
di aver raccontato le nostre (dis)avventure. Questo blog, come la nostra squadra,
vive di goliardia, si alimenta di ironia e autoironia. È stato tutto molto
divertente, nonostante le sconfitte e il "pubblico ludibrio". La Lokomotiv non
solo esce a testa alta, ma esce col sorrisone stampato sulle labbra, perché in questi casi “sorridere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Lo facciamo noi, lo fate voi e del resto ce ne dimenticheremo.
Sempre e solo pensieri felici.
Sipario.
Valerio Giordano
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