Le tappe della nostra rivoluzione calcistico-proletaria

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martedì 7 giugno 2016

DAL CAMPO: Nicola Cuna racconta: La (pseudo) favola di Gioele Pracucci


ISTRUZIONI PER LA LETTURA: è “obbligatoriamente consigliata” la lettura del pezzo scimmiottando la voce di Federico Buffa. Ergo se non sapete chi sia, cercatelo su Wikipedia, guardate un suo video e poi ritornate sul pezzo. Non è una sua imitazione ma un tributo al suo storytelling.

Era una giornata calda, afosa. Una di quelle giornate di inizio Giugno in cui si hanno gli impegni invernali, i vestiti primaverili, l’umore autunnale ed il clima estivo. In questo contesto stava per avverarsi la favola di Gioele Pracucci, da tutti conosciuto come “Er Piadina”.

Gioele è originario di Cesena, ma ormai vive in pianta stabile a Roma perché la sua professione lo richiede. L’ingaggio percepito dalla Lokomotiv Ruggierov è importante quindi si trasferisce nella Capitale per dedicarsi anima e cuore a questo progetto, scegliendo di ottimizzare i tempi morti frequentando l’università, ma questa ragazzi, questa è un’altra storia. Dicevamo di una giornata di Giugno calda. In particolare era il 6 Giugno 2016, data da non dimenticare. Un impellente urgenza familiare condiziona l’organizzazione quotidiana di Pracucci. Era il secondo compleanno del cane di sua zia e lui, molto legato alla famiglia, non poteva assolutamente mancare. Poi si sa, quando entra in gioco la famiglia, tutto il resto viene dopo. Anche la Lokomotiv.

Il nostro Gioele, in preda alla disperazione per la paura di non fare in tempo a dare per primo gli auguri al cane della zia, prenota il primo aereo per Cesena, senza badare a spese e ahimè anche senza badare agli orari di andata ma, soprattutto, di ritorno a Roma.

Lunedì 6 Giugno. La sua Lokomotiv si giocava il "dentro o fuori" dalla competizione in un derby dalla tensione degna di un Lecce-Bari ai tempi di Semeraro e Matarrese. I suoi compagni sono decimati dalle assenze: Di Stadio aveva perso la vista, Zani dopo aver ingravidato casualmente una donna poco attraente scappa in Spagna cercando maggiori fortune, Cioffi decide di ritirarsi dal calcio per darsi al cinema. Ma mancava anche “Er Piadina”. Dov’è?! - Urlavano i suoi compagni!- Amore, amore! - Gridava la sua ragazza. Bau,bau - lo salutava il cane della zia. Già, perché Gioele era di ritorno verso il campo ma con un ritardo madornale. La partita deve cominciare, i compagni chiedono del tempo all’arbitro, quest’ultimo, napoletano vero, non lo permette salvo  poter intrattenere i presenti con il primo album di Gigi D’Alessio. Le furie rosse ci pensano, la ragazza di Gioele no.

Si Gioca. Uno due fulminante, la Lokomotiva è sotto di due goal dopo un quarto d’ora di gioco. Si legge la paura sui volti dei calciatori, la paura di non vedere Gioele in tempo per la partita. Ma qualcosa cambia repentinamente: Pompili regala una doppietta inaspettata che riequilibra la partita. Ebbene sì ragazzi, era arrivato Gioele. Era lì, in piedi sulla panchina, mani sui fianchi, mento alto e riccio al vento. Aveva carisma il ragazzo e la sua sola presenza, seppur in panchina, aveva dato forza alla squadra. Lo stesso Javier Zanetti dirà di lui: «se avessi avuto metà del suo carisma sarei diventato un campione». Non lo sarà mai ma questa è un’altra storia.
Er piadina entra in campo, corre, lancia, si inserisce, delizia e rincorre. La sua favola sembrava essere iniziata.

La partita finisce 5 a 3 per gli avversari, la Lokomotiv sfidava “Banda 2.0” squadra tanto ostica quanto irritante per atteggiamenti in campo che hanno comportato anche l’espulsione del capitano. La domanda è: come sarebbe andata a finire se Pracucci ci fosse stato dall’inizio? Lo chiederemo al cane della zia.
#LAFAVOLASICHIAMALOKOMOTIV


Nicola Cuna

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